Ultima modifica: 21 Settembre 2021
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ASSEMBLEA SINDACALE ONLINE UNICOBAS SCUOLA

LUNEDÌ 4 OTTOBRE 2021, h.17.00/19.00

L’Unicobas Scuola & Università indice un’ASSEMBLEA SINDACALE ON-LINE APERTA A TUTTI I COLLEGHI, DOCENTI ED ATA, DI RUOLO E NON, nonché a TUTTI coloro che siano interessati alla SICUREZZA ed alla QUALITÀ DELLE SCUOLE ed al rispetto di docenti, ata e studenti. L’ASSEMBLEA SI TERRÀ dalle h. 17.00 alle h. 19.00 di LUNEDÌ 4 0TT0BRE 2021 in modalità streaming (video on-line) contemporaneamente sia PRESSO LA PAGINA FACEBOOK Unicobas Scuola & Università che dal CANALE YOU TUBE dell’Unicobas.

Per partecipare all’ASSEMBLEA:

se la si vuole seguire via You Tube

iscriversi al Canale You Tube dell’Unicobas e seguirla il 4 ottobre dalle h. 17:00

cliccare su  https://www.youtube.com/watch?v=AOCTJfrvkhA

oppure

se la si vuole seguire via Facebook, cliccare su questo link: https://www.facebook.com/events/195119896049673/?acontext=%7B%22event_action_history%22%3A[%7B%22surface%22%3A%22page%22%7D]%7D

 

Non c’è limite di partecipazione.

Le domande vanno poste via chat: risponderemo nell’ultima mezz’ora.

Odg:

1)       11 OTTOBRE 2021 SCIOPERO GENERALE DELL’INTERA GIORNATA con manifestazioni in varie città. MANIFESTAZIONE ANCHE A ROMA.

Lo sciopero, il primo di tutto il sindacalismo di base in Italia, coinvolgerà tutti i settori del sistema pubblico e privato. Lo sciopero riprende tutte le tematiche e le rivendicazioni del sindacalismo di base, dal rifiuto dello sblocco dei licenziamenti alla richiesta forte di un nuovo sistema di rappresentanza e democrazia sindacale, per l’abrogazione sia delle norme che consegnano il monopolio dei diritti ai sindacati di stato e di partito, vietando vergognosamente persino il diritto di assemblea nei posti di lavoro al sindacalismo di base, sia di quelle che prevedono l’ingessatura del diritto di sciopero. Per curare la sanità, la scuola e i trasporti pubblici. Fra le tematiche quanto mai attuali, diciamo un forte immediato NO alla ripresa del percorso legislativo in ordine alla cosiddetta “autonomia differenziata”, che ha nel mirino innanzitutto la Scuola.

2)       A SCUOLA SOLO IN SICUREZZA:

●        NO alle classi affollate (nonostante la persistente condizione emergenziale anche quest’anno sono state legittimate oltre 17.000 classi che vanno dai  26 ai 33 alunni: solo green pass e minacce di sospensione dallo stipendio), senza dispositivi di sicurezza adeguati per i lavoratori e gli alunni, bloccati anche a ricreazione con le mascherine, peraltro inadeguate (neanche le Ffp2), senza sanificazione dell’aria (come avviene in Germania che ha speso 500 milioni in impianti d’aerazione), senza neanche il già ridicolo metro statico di distanziamento tra gli alunni (anziché i 4 del Belgio ed i 2 di Germania, Regno Unito e Spagna), con la “pulizia approfondita” invece della sanificazione delle ASL, senza mezzi di trasporto dedicati (come in Germania), senza ridurre i gruppi-classe a 15 alunni (come fatto in Germania e Regno Unito – il Belgio s’è fermato a 10) grazie ad un Protocollo firmato dal Miur e dalle Organizzazioni sindacali “maggiormente rappresentative”.

●        Denunciamo l’organico dell’autonomia utilizzato in maniera impropria da parte dei dirigenti per sopperire alla cronica assenza di supplenti.

●         Vogliamo l’ampliamento degli spazi didattici con piena fruizione del patrimonio edilizio inutilizzato (caserme dismesse, etc.) proprietà di stato, regioni, enti locali: basta con doppi turni demenziali ed alunni sequestrati senza mensa sino alle 4 del pomeriggio.

●        Messa a disposizione immediata del parco pullman di esercito, finanza, polizia, carabinieri, aviazione e marina per TRIPLICARE LE CORSE DEI TRASPORTI PUBBLICI cittadini e ferroviari.

●         Con la disponibilità di 220 miliardi per il Paese (84 dei quali a fondo perduto), la Scuola deve venir posta al centro di un vero progetto di ripresa. Investirne immediatamente almeno 7 aggiuntivi per le assunzioni, 7 per il contratto, più i 13 necessari ad un piano pluriennale per porre in sicurezza l’edilizia scolastica

3)       ASSUNZIONE IMMEDIATA TRAMITE GRADUATORIA PER TITOLI E SERVIZIO dei precari, docenti ed ata, con 3 anni di servizio PER RIDURRE SUBITO a 15 il numero massimo di alunni per classe e potenziare la gestione delle scuole. NO al precariato “usa e getta” (assunzioni a singhiozzo).

●         Assunzione di almeno 50mila collaboratori scolastici per coprire i vuoti in organico per la vigilanza, di 20mila fra personale di segreteria e tecnici, più tutto il personale necessario per sopperire alle difficoltà dovute alle migliaia di soggetti fragili ed anziani che (indici Inps) hanno diritto a tutte le tutele.

●         Stabilizzazione diretta degli specializzati di sostegno, percorsi di abilitazione per chi ha esperienza pregressa, onde evitare che oltre la metà delle cattedre continui a venire assegnata a chi non conosce l’handicap, e poi istituzione della classe di concorso specifica.

●         assegnazione di cattedre a tutto l’organico potenziato (basta col tappabuchismo spicciolo).

●         risoluzione definitiva della questione del precariato, con l’attivazione del doppio canale di reclutamento, ove valgano il servizio e le abilitazioni già conseguite (onde evitare la necessità di fare più di un concorso), mentre invece viene vergognosamente confermato il licenziamento dei diplomati magistrali e sono stati tagliati fuori dai concorsi 150mila precari con tre anni di servizio, per i quali chiediamo la stabilizzazione attraverso un concorso accessibile a tutti.

4)       CANCELLAZIONE INTEGRALE DELL’ACCORDO CHE RIDUCE IL DIRITTO DI SCIOPERO, cancellazione della risposta sull’adesione o meno agli scioperi e del contingente di personale Ata obbligato al servizio.

5)       INDENNITÀ DI RISCHIO: 250 euro mensili per docenti ed ata fino al termine della pandemia.

6)       CONTRATTO: porre termine alla sospensione del contratto (ultra-scaduto) con un piano triennale: subito 300 euro netti per il personale ata che, in particolare per quanto riguarda le qualifiche inferiori (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici), ha stipendi da fame. Portare parallelamente la retribuzione dei docenti all’ottavo livello (quello dei vecchi presidi), come è stato fatto per i Dsga (che hanno lo stesso titolo d’ingresso dei docenti: la laurea). Livello da rivalutare di 300 euro anche per i Dsga, affinché, nell’ambito di una perequazione complessiva triennale, per tutto il personale si giunga rispettivamente a 1.000 euro (docenti) e 550 euro (ata) di aumento netti, agganciando gli stipendi della scuola almeno ai livelli intermedi (Spagna) relativi alla media retributiva europea.

7)    CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO INTEGRATIVO TRUFFA SULLA DDIlast but not least, la didattica a distanza andava fatta senza il mito “salvifico” della digitalizzazione, i ridicoli diktat di Bruschi, dell’Azzolina, dei sindacati di stato pronta-firma (pronti a a scaricare tutto su docenti ed ata), nonché di tanti dirigenti digiuni di pedagogia, senza trasformare gli insegnanti tutti, ed in particolare persino quelli di sostegno, in tappa-buchi, e nel rispetto della creatività di docenti e studenti. Ribadiamo l’opposizione alle smart-class, alle riunioni on-line deregolamentate, nonché all’inserimento della “Dad” nei Ptof (triennali), voluto dai dirigenti nonostante non lo prevedano neanche i vari Dpcm, che limitano la Dad all’emergenza sanitaria. 

   8)   NON ABBIAMO DIMENTICATO LA NECESSITÀ DI ABROGARE LE CONTRORIFORME DELLA “BERLUSCUOLA”, chiedendo il ritorno immediato ai nuovi programmi del 1985 per la Scuola Primaria (abolizione del curriculum ciclico) ed ottenendo (insieme all’Mce) l’eliminazione della barbarie della valutazione in decimi voluta dalla Gelmini. Innalzamento dell’obbligo sino al quinto Superiore, ivi comprendendo l’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia.

9)   NO  INVALSI ED ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO e tutti gli orpelli del minimalismo culturale e dell’aziendalizzazione della scuola, ricordando la necessità del ripristino nelle Superiori di Primo e Secondo grado delle ore tagliate di Lettere, Storia, Geografia, Scienze e di quelle relative al bilinguismo, nonché del ripristino dei laboratori e delle ore tagliate negli Istituti Tecnici (come prevede peraltro ad un’importante sentenza mai rispettata).

10)  ANCORA CONTRO LA CATTIVA SCUOLA RENZIANA, la chiamata diretta e “per competenze”, il “bonus premiale” ed il vincolo quinquennale dopo l’assunzione. Siamo ancora contro la vergogna di una legge (singolarmente modificata solo per via contrattuale) che continua a   prevedere anche l’abolizione della titolarità di istituto per i docenti.

11)  STATO GIURIDICO PER IL PERSONALE EDUCATIVO, che va equiparato ai docenti della Primaria (anche – e non solo – per il bonus docenti). Chiediamo, inoltre, il preside elettivo.

12)   ESTINZIONE IMMEDIATA DELLA TRUFFA CONTRO GLI ATA EX EELL: basterebbero 200 milioni per riadeguare stipendi e pensioni, ed evitare più pesanti sanzioni dalla Ue, dopo ben 10 sentenze favorevoli pronunciate dalla Suprema Corte di Strasburgo.

        Rivendichiamo l’assunzione degli ex Lsp/Lpu, a pari retribuzione.

13)  VOGLIAMO UNA SCUOLA VERA, ANCHE MIGLIORE DI QUELLA CHE HA PRECEDUTO LA PANDEMIA. La scuola non deve riprodurre disuguaglianze. Per far ciò, in concreto, occorrono maggiori opportunità educative per chi ha di meno, garantire ovunque edifici sicuri ed accoglienti nei quali crescere, imparare e ricostruire il sapere critico, contro una didattica di stato serva dei subvalori del profitto e della sola “occupabilità”. Scuola, Università e Ricerca sono oggi minacciate da chi interpreta la crisi attuale come occasione ottimale per potenziare i processi di quello stesso modello di sotto-sviluppo sociale, economico e politico incapace di tutelare appieno la collettività durante le fasi più acute di emergenza sanitaria a causa di un trentennio di tagli indiscriminati. È invece il tempo di cambiare assolutamente rotta. Il mondo del lavoro, del precariato e della disoccupazione ha già pagata cara la crisi economica del 2008: non vogliamo che nei prossimi anni ci si presenti il conto della crisi determinata dal Coronavirus e dagli interessi economici e politici che la accompagnano.

Dalla scuola dell’emergenza alla “scuola ricostruita”: l’Unicobas vuole un contratto specifico per la Scuola (per Docenti ed Ata) fuori dai diktat del DLvo 29/93 che impedisce aumenti superiori al tasso di inflazione programmato dal Governo (cosa che ci ha fatto diventare i peggio retribuiti della Ue), nonché la rielezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (Cspi), già rimandata ben oltre il suo limite fisiologico, con l’assorbimento da parte dello stesso dell’ambito disciplinare di Insegnanti ed Ata (fuori dalla giurisdizione dei dirigenti). Questo è l’unico organismo che può stilare il codice deontologico dei docenti (figure professionali). Esigiamo il ricalcolo della rappresentanza e rappresentatività sindacale sulla base di queste elezioni di categoria a suffragio universale con diritto di assemblea in orario di servizio per tutte le sigle.




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