Ultima modifica: 11 Giugno 2017

Ricordare per testimoniare

Sabato 15 febbraio le classi quinte della scuola primaria del nostro Istituto hanno partecipato ad una visita d’istruzione al Museo Monumento al Deportato di Carpi e all’Ex campo di concentramento di Fossoli

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Sabato 15 febbraio le classi quinte della scuola primaria del nostro Istituto sono state inviate dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione ANPI, a partecipare ad una visita d’istruzione al Museo Monumento al Deportato di Carpi e all’Ex campo di concentramento di Fossoli.

Sebbene il periodo storico che si studia nelle classi terminali della scuola primaria sia ben lontano da quello proposto durante la visita, le insegnanti si sono prodigate per tracciare la giusta cornice storica affinché i bambini potessero capire e riflettere con spessore su quanto vedevano e ascoltavano narrare dalle guide. In classe sono stati presentati documentari, spezzoni di film -grazie alla strumentazione multimediale a disposizione, LIM- testi poetici, resoconti storici, i quali hanno permesso ai bambini di riuscire ad interagire positivamente e con soddisfazione alle sollecitazioni e domande proposte durante il percorso.

Le attuali condizioni del sito di Fossoli sono frutto di una serie di stratificazioni d’uso succedutesi dal 1942 al 1970, cui è seguita una lunga fase di abbandono e degrado. Tuttavia i bambini hanno potuto visitare alcune baracche ricostruite contenenti informazioni e plastici che spiegavano loro in cosa consisteva l’attività del campo: Fossoli infatti fu il campo nazionale per il concentramento e smistamento di tutti gli ebrei d’Italia. Inoltre accanto a questo campo funzionava un altro Campo per internati civili italiani e stranieri.

Il Museo Monumento al deportato di Carpi, inaugurato nel 1973, è una struttura unica: nelle sue 13 sale di varia grandezza, luci ed elementi grafici creano un’atmosfera di grande impatto emotivo, in una cornice essenziale e sobria, lontana da ogni facile retorica. I nostri bambini, attenti e partecipi, si sono mossi con grande rispetto tra le teche dei reperti provenienti dai Campi di concentramento di tutta Europa, mantenendo un’attenzione degna di forse più maturi visitatori! Sulle pareti di questo Museo sono incise frasi, brevi brani scelti dalle “Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea” (Einaudi, Torino 1954) che parlano direttamente al visitatore e lo coinvolgono in un’intensa partecipazione emotiva.

E proprio di queste emozioni provate i bambini hanno parlato al loro ritorno dalla visita. Ad ogni bambini è stato consegnato un foglio con questa richiesta “Trasforma questo ferro spinato, simbolo di prigionia e di sofferenza, disegnando sopra simboli di “PACE, GIOIA, AMORE E LIBERTà” formando così una cornice colorata. Poi scrivi dentro parole o frasi che raccontino i tuoi sentimenti durante la visita”. Il lavoro che è stato proposto ha permesso ad ogni bambino di rielaborare le emozioni e le sollecitazioni esperite raccontandole a se stessi e ai compagni, dando loro un nome, colore e una forma. Sono nati così tre cartelloni, uno per ogni classe, che raccolgono i pensieri, le parole, i colori, i sentimenti che sono tanto profondi e raffinati da accomunare i pensieri di bambini di dieci anni a persone di tutte le età, che nel tempo hanno testimoniato il loro sdegno per questa buia pagina di storia contemporanea. Inoltre questa è la testimonianza più sincera che l’orrore per la guerra e per ciò che è avvenuto è ugualmente respinto con tristezza e con fermezza dai bambini di qualsiasi nazionalità, e in ogni cuore è nato il bisogno di trasformare l’orrore in un arcobaleno di pace.

“Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli Ebrei, non rimpiangeresti se non di averne salvati in un numero maggiore”
(O.Focherini, di Carpi, salvò almeno 105 Ebrei dai campi di sterminio. Arrestato fu internato e morì a Mauthausen)

Patrizia Freddi<v




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